Malva, botanica e fitoterapia

Malva, botanica e fitoterapia

La Malva, nome botanico Malva sylvestris, è una pianta originaria del Sud di Europa e Asia, dove cresce spontanea nei prati. Della pianta sono edibili foglie, radici e fiori e sono largamente utilizzati in erboristeria e fitoterapia per le loro molteplici proprietà.

Le foglie e i fiori vengono raccolti in estate, da giugno a settembre, e sono ricchi di flavonoidi, mucillagini e tannini.

Questa particolare composizione conferisce alla malva proprietà antinfiammatorie, emollienti e lenitive di tutto il tratto digerente, dalla bocca all’intestino. Infatti, in fitoterapia, troviamo la malva impiegata, sola o in associazione, in moltissimi prodotti digestivi, antireflusso e per il colon irritabile ma anche in colluttori e altri prodotti ad uso topico per il benessere della mucosa orale.

La malva viene aggiunta anche nei colliri per alleviare la secchezzza e l’irritazione dell’occhio dovuta a fattori ambientali, quali fumo, smog e polvere.

Un’altra proprietà per la quale la malva è largamente impiegata è quella lenitiva ed espettorante sull’albero respiratorio.

Generalmente aggiunta in associazione ad altri fitoterapici negli sciroppi per la tosse grassa o secca, lenisce l’infiammazione del tratto respiratorio e favorisce il distaccamento dei muchi fermi.

In commercio la troviamo spesso sotto forma di compresse, buste o sciroppi, ma la possiamo utilizzare anche in forma di infuso o decotto, in particolare per il contenuto in mucillagini che garantisce un potente effetto emolliente immediato su tutto il tratto digerente e su quello respiratorio.

Ad oggi non risultano controindicazioni all’uso della malva o particolari condizioni in cui se ne debba limitare l’uso. È una pianta considerata estremamente efficace e sicura ma è sempre meglio utilizzare prodotti nei quali siano standardizzati e titolati i principi attivi, in particolare le mucillagini, poiché, un uso eccessivo o smodato di questi ultimi composti può interferire con l’assorbimento di alcuni farmaci assunti in terapia cronica.

Come sempre dunque, ben venga la fitoterapia, purché si consumino prodotti di qualità, che garantiscano elevati standard di sicurezza.